Perdonate la mia incompetenza, ma dal mio punto di vista l'argomento è affascinante e non faccio ironia.
Quando si percuote un oggetto si pensa che prima o poi si romperà, accade addirittura con le campane delle chiese. Il piatto nasce in un modo tale che deve tentare di non rompersi.
Riceve colpi, nelle 3 modalità spaziali, nel punto in cui sarà colpito, più o meno verso campana o bordo, nella direzione obliqua, di sbieco oppure in altro modo, con una certa angolatura rispetto al suo asse.
Con più o meno forza, con una bacchetta a punta ellissoidale, tonda, in legno, in plastica, leggera, pesante.
Sta in una condizione termica e igroscopica soggetta a variazioni o a costanza. Si può pensare che sarà più soggetto a creparsi nelle condizioni del freddo, mi viene da pensare. Questo mi porta a pensare anche SE il piatto non dovrebbe subire una sorta di “riscaldamento”, passatemi il termine, ovvero, se non dovrebbe mai essere percosso forte a freddo, ma se dovrebbe sempre, prima, essere percosso leggermente così che possa aumentare di temperatura e ricevere più agevolmente un colpo più potente, specie il ride, che ha maggior massa e più coda (quindi più tempo di vibrazione).
La lega, la composizione, lo spessore, la qualità, la marca, il tipo di piatto, la dimensione, il tipo di lavorazione, il metodo di fissaggio.
Ed ultima solo per comodità, le caratteristiche del batterista, i suoi modi, il genere musicale più usato, la propria predilezione per un tipo di piatti piuttosto che un altro.
Nei filmati in slow motion abbiamo avuto modo di vedere cosa accade ad un piatto percosso. Sembra di un altro materiale e non di metallo. Una specie di gelatina che si affloscia nella zona dove è colpito e che irradia in modo acqueo la sua onda, su tutto il suo corpo.
Io penso che la temperatura sia una componente rilevante nella rottura/crepatura del piatto, ovvero, tanto più è freddo e tanto più potrebbe creparsi, ma le mie sono solo illazioni.
Rompere in area campana e zona limitrofa fa pensare anche a me, al poco gioco, al fissaggio all'asta, troppo crudo, rigido, con tamponi sottili o ormai “sgonfi”.
Ritorno infine sul discorso riscaldamento e temperatura, solo come ipotesi:
non è detto che quando ci si accorge della crepatura, questa si sia appena formata. Magari si è determinata mesi o anni prima e fa breccia solo in un lontano momento. Mi domando quindi se durante l'abbassamento della temperatura non possano nascere molte di queste grane e poi sbocciare molto tempo dopo, specie se i piatti sono stati colpiti con forza senza un certo "riscaldamento".
È solo un pensiero, più legato alla fisica teorica che alla pratica.