nellob ha scritto:XD
Buddy krupa un consiglio: sul sito della Vic Firth ti spiega l'impostazione traditional in 1min... + di quello ke ci si mette leggendo il tuo topic (ke ritengo cmq utilissimo e pieno di lavoro) x? x evitare guerre io smetterei..
I consigli sono sempre ben accettati e ti ringrazio.
Scrivo queste cose per coloro che in un minuto non riescono ad imparare e per quelli che ritengono che l'argomento "traditional" sia, nel sito Vic Firth, trattato solo in modo marginale e senza i dovuti approfondimenti.
Abbi pazienza.
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Rispondo anche al collega Metallaro, che scrive, mostrandomi i corni, che conosceva gi? il 50% di quello che ho scritto.
Cercher? di scrivere solo quell'altro 50%.
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Dunque,
la terza posizione fondamentale ? questa:
mano ancora pi? rivolta verso l'interno rispetto al mio secondo post, pollice praticamente in verticale e sia l'indice che il medio a spingere la bacchetta.
Il grip fra pollice e mano ? ridotto al minimo anzi con la pratica saranno i diti indice e medio a mantenere la bacchetta in posizione.
La bacchetta forma con la mano un angolo simile a quello descritto nel mio secondo post ma per ovvie ragioni tende a stare anche maggiormente in verticale.
E' proprio questo va sfruttato, oltre all'abilit? nel muovere rapidamente e a tempo le due dita.
Aumentando l'inclinazione e diminuandola cambieranno velocit? e dinamiche.
Questa impostazione ? la pi? adeguata a brani Jazz velocissimi,
in Up Tempo ed ? anche l'ideale per la spazzola.
Inoltre, quando si arriva ad "addomesticarla" adeguadamente, permette, tramite l'arretramento di indice e medio, di usarli a m? di martelletto, ottenendo velocit? impressionanti ma A DINAMICHE BASSE.
In questo caso anulare e mignolo devono stare fuori dai coglioni, chiusi.
Comunque, se usata con le dita abbastanza distese, offre grande elasticit? e controllo.
Delle tre che ho descritto finora ? la pi? difficile da apprendere ma anche la pi? raffinata ed ? stata usata da tutti i grandi batteristi Jazz.
Ieri sera ho avuto la fortuna di vedere un ottimo trio Jazz, formato da Ermanno Signorelli alla chitarra, Ares Tavolazzi al contrabbasso e Lele Barbieri alla batteria.
Ebbene sono rimasto davvero colpito da come, l'abilit? di Barbieri nel maneggiare il traditional (abilit? batteristica assoluta, intendo dire) poteva essere tanto ben apprezzata in un contesto nel quale non si sentiva volare un mosca e gli spettatori quasi trattenevano il fiato per carpire ogni nota.
Per carit?, no che il Jazz si suoni solo a basse dinamiche, anzi.
Ma, come nel caso di questo trio, l'abilit? tecnica unita ad un gusto musicale strordinario e alla complessit? delle esecuzioni pretendevano il massimo rapimento nel pubblico, come ? avvenuto.
In questo contesto, Barbieri ha dato modo di vedere, a tutti, cos'? la batteria Jazz, quali raffinatezze si possono ottenere e quali imprevedibili intrecci ritmici.
Egli ha suonato il primo brano, una samba complessa, in matched grip e tutto il resto del concerto in traditional, alternando queste tre posizioni che vi ho descritto, con una certa prevalenza per la terza.
E non mi stupisco di questo.
Egli ? un batterista accademico, per Ares Tavolazzi deve essere assai diverso suonare con lui dopo aver passato la vita assieme a Giulio Capiozzo, geniale e poco incline a seguire percorsi gi? tracciati.
Invece Barbieri nei suoi assoli era la perfezione accademica, con evidenti riferimenti ad Art Blakey e specie a Max Roach.
Alla fine del concerto ho riferito a mia moglie queste impressioni e mi sono sentito un sacco felice, quando ho letto nella sua biografia che egli ha suonato sul finire degli anni '80 proprio al posto di Max Roach.
WoW !!!
Ebbene, fra le tante straordinarie raffinatezze solo una non gli ho visto fare:
la Moeller tecnique di solo polso.
Spiegher? cos'? e anche perch? Barbieri (e altri) non ha bisogno di usarla.
Saluti