Innanzitutto, prima di cominciare, desidero ringraziare Giovanni (Gamberini ndr) per avermi attaccato la malattia, contagiosa per fortuna, chiamata “I LOVE EAK”.
Chiedo anticipatamente venia al Maestro per l'uso e l'abuso dell'aggettivo “sferragliante”, fatto mio ed entrato nel mio lessico piattaio dopo un suo utilizzo in un topic attinente all'argomento di qualche tempo fa.
SFERRAGLIANTE sarà un aggettivo calzantissimo per questa tipologia di piatti. Il copyright è tutto del maestro, chiedere a lui per la giusta e calzante definizione.
(Per chi non lo sapesse la sigla EAK sta per Early American K's, ovvero i primi K prodotti in USA, agli inizi degli anni '80, ma per la cronistoria, fare search e troverete l'impossibile, anche e soprattutto grazie a quel signore di cui sopra.)
Mi preme ricordare inoltre che le finalità di questa non è il mero vantarsi o altre stupide velleità, ma bensì il fornire elementi di riflessione (meditate gente, meditate), di comparazione e soprattutto di informazione su oggetti ormai rari e da “collezione” per neofiti e non, in modo da acquisire conoscenze (empiriche e non) in ambito, cosa che io ho avuto la fortuna di avere, ma soprattutto mi piacerebbe trasmettere CONSAPEVOLEZZA di cosa è un EAK e cosa non è. Non ci troviamo di fronte al “piatto migliore” o altre banalizzazioni, ci troviamo di fronte ad un piatto con un'anima definitissima, e se lo si vuole e lo si cerca, che si sappia, almeno, che cos'è.
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Mi accingo a descrivere nei miei mezzi e nelle mie possibilità 3 splendidi, superbi piatti:
zildjian k EAK Hi Hat 14”
zildjian k EAK Ride 20”
zildjian k EAK Crash-Ride 18”
Oggi ho testato il ride e il crash ride, l'hh attualmente è a “riposo”, ho avuto modo di testarlo (e di innamorarmici follemente) ampiamente nei mesi passati.
STRUTTURA.
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Sono piatti che si presentano belli solidi, martellati anche sulla campana (elemento distintivo EAK), con la K sopra e sotto e più vicina al bordo esterno (elemento distintivo EAK).
Al feeling con la mano in generale si presentano più duri dei K attuali, in generale sono a parità di misura più pesanti.
Martellati a mano (e si vede eccome) quindi molto simili per “diversità” (io preferisco l'aggettivo “unicità”) ai piatti della nota casa pistoiese
Gli esemplari in mio possesso sono vissuti, suonati, ma perfettamente integri nella forma.
La K del crash ride risulta cancellata, così come le scritte, mentre il ride sta messo meglio, l'hh è messo ancora meglio (ex proprietario il signore di cui sopra, ed ho detto tutto).
Una nota particolare, da segnalare, (attendo chiarimenti di Giovanni) è la scritta “RIDE” rivolta all'esterno, così come lo stamp.
SUONO.
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Unico.
Pregno.
Profondo.
Intenso.
Urlatore.
Espressivo.
Indomabile.
Ma soprattutto, SFERRAGLIANTE (da me inteso come “caldo seppur freddo”.
Questi in sintesi, gli aggettivi che io sento assolutamente pertinenti per questi piatti.
HI HAT 14”.
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Morbido, pastoso, dolce, caldo e profondo.
E' il piatto che si discosta più di tutti per carattere dagli altri due. Chiuso ha una buona definizione, ma soprattutto lo si ama per la profondità, la tonalità calda e soprattutto dolce, melodica, musicalissima.
Scuro con volume, intensissimo da aperto.
Ne scaturisce un charly PER FARE MUSICA, per suonare con altre persone, ti fa venir voglia, suonandolo, di chiamare altre persone, imbracciare gli strumenti e fare qualcosa insieme, davvero!Dopo un po' che lo si suona da soli, sulla batteria, si percepisce la sua DIROMPENTE MUSICALITà (strano per un hh no?), la presenza ma MAI invadenza.
Anima particolarissima e suono DEFINITO, nel senso di “fatto”, “centrato”, unico, E' LUI, come tutti gli EAK, lo ami o lo odi, lui è NERO, o BIANCO, mai GRIGIO!!!
Ma non fraintendiamoci, non suona sempre uguale ehehe, sensibile alle dinamiche, ha una gamma tonale intensa e varia, solo che, come dire, riconoscibilissima. Definita in un “raggio” direi “definitivo”?”Circoscritto”?
Spero di essermi spiegato...
CRASH-RIDE 20”.
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Incazzoso, urlatore, campana e crash very loud, caldo e SFERRAGLIANTE.
Il volume, l'urlo, la campana ed il calore che non t'aspetti da un crash-ride, soprattutto K!!!!!!
Più loud del mio avedis crash-ride, ha un volume e una campana da far impallidire.
Non so in quegli anni cosa intendessero per crash-ride, ma questo butta giù i muri.
La tonalità è molto k's, scura (ma meno, molto meno dei crashes K attuali ndr) ma SFERRAGLIANTE (si veda più in alto la definizione), pieno come crash, definitissimo, se pestato a dovere (suona meglio con dinamiche forti che altrimenti) urla come pochi altri crash.
Come ride ha una campana che, come detto, è notevolissima, come ping risulta più pastodo del ride, ma di poco, tonalità del ping più alta (ovviamente) di un ride.
Risulta a tratti indomabile come ride, fuori controllo a volte...e sensibilissimo ad ogni colpo di bordo della bacchetta a mò di crash.
Versatilissimo, veramente dal jazz, sizzle con catenella, al rock più pesante. Sto piatto si fa sentire e prende a calci in culo molti “giovinetti” brillantosi, suoi fratelli, cugini e anche no...fa il culo a strisce date retta!
RIDE 20”
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SFERRAGLIANTE, pingoso quanto basta, campana “integrata”, absolutly vintage, suono “già sentito ma...dove?”, volume e tanta tanta musicalità.
Ho avuto la fortuna di possedere una riedizione EAK, ride del 2006 con K sopra e sotto, brilliant, dovuto partire (ahimè, è stata davvero dura, ma l'EAK è come il banco, vince sempre) pochi giorni fa.
Le differenze sono a dir poco LAMPANTI con questo EAK.
Molto sommariamente? Lo trovo più DURO.
A percuoterlo, non lo vedo vibrare (VIBRANT, il bellissimo ed appropriatissimo aggettivo dal sito Zildjian) come la riedizione, e la campana sta “più dentro” al suono, rispetto alla procacità e prepotenza della campana del k 2006.
Ping più definito, meno pastoso del fratello (direi figlio và...) moderno, all'inizio ll'è dura, dopo anni di k 2006, ci si sente spaesati e spaventati proprio.
Paura che non sia più “IL RIDE K”.
Sgomenti che non sia musicale.
Questo suono SFERRAGLIANTE, freddo, freddissimo ti porta (o riporta) alla mente le parole di Pippo, il quale esperto jazzista diceva se interpellato di aver sempre trovato i ride K “con coda,ping ed alone metallico e inadatti al jazz”. Inizi a credere che non lo sentirai mai “dentro2 come il predecessore.
Arrivano amici in sala, attaccano gli strumenti, si suona.
E qui, qui CAPISCO IL VERO SIGNIFICATO DELL'AGGETTIVO GAMBERINIANO: sferragliante.
Nella musica, DENTRO la musica, è tutta altra storia.
LA FREDDEZZA, IL GELO, il ping “metallicoso” si trasforma insieme alle chitarre, il basso e la voce in MELODIA, musica, di colpo tutto lo spettro tonale diviene caldo, come una cartina tornasole.
Non so spiegarlo, davvero, e mi trovo in difficoltà lessicali.
Non mi spiego come un piatto, con un suono definito e personale, da freddo, diventi caldo. E' assurdo, ma è così.
Le crashate divengono accenti groovosi, il ping ti arriva, la campana è non invadente ma ci sta dentro tutta alla grande, ma soprattutto percepisci “QUEL SUONO...QUELLO LÌ, DOVE L'HO SENTITO..DAAAI QUEL RIDE LÌ...DI QUEL TIPO..”.
Un suono a tratti già udito, udito in mille video, mille dischi, qualche annetto fa.
Non faccio nomi perchè, o Padre, non son degno.
E allora la paura, lo sconforto, lo sgomento, si trasformano in FEDE.
I TRUST IN EAK.
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Lo so, può essere ridicolo, ma è fottutamente così.
A mio avviso NON sono piatti da jazz, leggerini etc...questi son piatti pesanti (relativamente), son piatti che vanno suonati con un bel polso, non hanno paura di nulla, gli ridono in faccia agli A Custom projection!!!!
Sono oggetti NON PER TUTTI, (io sono l'ultimo degli ultimi, faccio cahà, ma a me st'idea di suono piace) non siamo di fronte al “classico suono k” come lo si intenderebbe oggi, sono piatti sì versatili, ma da domare, non sono PIATTI FACILI. Io per primo devo imparare a usarli a modo, assolutamente!
Chi vuole il K che ha sentito alla clinic di harrison, NON prenda gli EAK.
Chi vuole piatti vibranti (adoro quest'aggettivo), scurissimi, puliti (parlo di suono testuzze), insomma il suono K del 2000, NON prenda gli EAK.
Questi (il Ride e il Crash-Ride) a mio avviso rappresentano il suono “K” ASPRO (non acerbo ocio), PUNGENTE, RUVIDO e PRIMORDIALE del K sound odierno, che a mio modo di udire è stato addolcito, ammorbidito ma ahimè, a tratti anche slavato.(Ricordo, al fine di una mia personale LEGITTIMAZIONE E CREDIBILITÀ, il mio fortunato e sudato possesso di crashes K 16 17(x2) 18 19, crash-ride k 21, splash k 10. ride k 22 jazz '80s, k custom dry light 20.)
L' hh invece lo trovo AL CONTRARIO più dolce e meno metallico degli HH k odierni, in assoluto il mio piatto preferito.
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Questo dovrebbe essere stato il mio personale parere su questi 3 piatti K EAK.
Ho cercato di mettere in parole quello che mi hanno detto le mie orecchie.
Ma soprattutto è stato il cuore a parlare, semplicemente perchè, un suono così, parla a lui.
Citando un amico, davvero, davvero credo che il cuore abbia sempre ragione.
E mi piace pensare che dopo 30 anni di onorato servizio presso un batterista classe 1947, questi piatti possano fare altrettanta strada con un batterista che di strada (si spera) ne ha da fare ancora molta.
K ride 20" "riedizione eak" 2006 che mi ha lasciato
SAMPLE FATTI CON AUDIO DELLA MACCHINA FOTOGRAFICA....NON RENDONO ASSOLUTAMENTE, ma li ho fatti, e li inserisco....ma rendono il 20% di come suonano sti piatti!!
http://www.youtube.com/watch?v=B1FpWu1XNCk
http://www.youtube.com/watch?v=zCgA-BMI ... re=related
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