I tempi dispari - 2

SPEZZIAMO IL MOVIMENTO

No, non é un invito alla sedentarietà...
Il concetto base è questo: fino ad ora la nostra cellula minima di "quantizzazione" é stato il quarto. Tuttavia molto spesso si ottiene una soluzione migliore aggiungendo o togliendo un ottavo dalla battuta. Questo crea una strana mancanza di appoggio, come se qualcuno desse un colpetto al lettore CD facendo saltare la musica.
In questo caso, possiamo conteggiare sia i quarti che gli ottavi. Contare gli ottavi però, se il tempo non é lento, é abbastanza scomodo perché bisogna correre! Io preferisco contare i quarti: ovviamente l'ultimo movimento, appunto perché spezzato, dura la metà nel conteggio.


Le prossime battute sono in sette ottavi, e ci soffermeremo su ognuna per evidenziarne caratteristiche importanti, spesso già trovate nelle lezioni precedenti.


Questo primo esempio é abbastanza semplice: accompagnamento sul charleston in ottavi, niente di complesso, insomma giusto un'idea per farvi impratichire col tempo. Notate che, se togliete la sbarretta verticale che divide le due battute, otteniamo un sette quarti!

Quest'esempio é più complesso, a causa dell'accompagnamento, che in entrambe le battute presenta parti in trentaduesimi (la parte é già stata analizzata nella sezione fill...), e per via delle due sincopi, verso il centro, in corrispondenza dei punti di valore.

Ecco delle parti con accompagnamento in quarti: ovviamente in un tempo di 7/8 non entra un numero intero di quarti, ma ne entreranno solo 3, più un ottavo (é semplice aritmetica...). Questo crea l'andamento zoppicante di cui parlavo all'inizio, tipico dei tempi dispari.
Ascoltate il midi, noterete una pausa a metà: nella prima parte del midi sentirete suonare la prima e la seconda battuta, mentre nella seconda parte sentirete la prima e la terza battuta. In questa seconda parte noterete che l'accompagnamento non sarà più zoppicante, perchè nell'ultima battuta l'accompagnamento é in levare.


Ecco una parte davvero interessante, con una doppia cassa continua in sedicesimi, e accompagnamento costante fra le due battute, con charleston e china alternati (e quindi nella seconda battuta l'accompagnamento é invertito). Come prima, questa parte può essere vista come un sette quarti, se si ascolta solo la parte di batteria. Tuttavia, se suonata per accompagnare uno strumento che esegue una parte chiaramente in sette ottavi (per esempio un riff di chitarra), sarà molto bello l'effetto che si verrà a creare, cioé un chiaro andamento in levare nelle battute pari. Inutile dire che Portnoy é maestro per quanto riguarda queste cose!!


Proviamo ora a cimentarci con il nove ottavi. É ovvio che dovremo aggiungere un ottavo a un normale quattro quarti; si avrà ciò un tempo come il sette ottavi, ma con un quarto in più. Anche questo tempo é parecchio usato, soprattutto in ambito progressive (per i fan dei Dream Theater, basti pensare all'inizio di Voices!). Segue un dinamico esempio di 9/8. Notate come togliendo l'ultimo ottavo si ottiene un semplice 4/4, mentre, aggiungendone uno alla fine, si ottiene un 5/4.



Vediamo infine come comporre tutto quello che abbiamo studiato fino ad ora. Immaginiamo che venga il nostro bassista, con una bella parte di basso, un riff della durata di 15 ottavi. Possiamo pensare questi 15 ottavi come la somma di un tre quarti e di un nove ottavi, oppure il contrario, o magari un quattro quarti e un sette ottavi; tutto ciò dipende, come già detto, dagli accenti e dalla cadenza del pezzo. In questo caso, uno slap potrebbe essere un buon indicatore di come dividere le due parti: uno slap sulla nona nota, ci porterà senz'altro a dividere il pezzo in un quattro quarti, e un sette ottavi che inizia sullo slap. Vediamo quest'ultimo esempio.

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