Live report: Sharon Jones & Luca Sapio

Magazzini Generali, Milano, 11 novembre 2014


Qualche giorno fa il mio amico Chicco Capiozzo mi telefona per comunicarmi che suonerà martedi 11 novembre con Luca Sapio ai "Magazzini Generali" di Milano, come opening a Sharon Jones & the Dap Kings nella sua unica tappa italiana.
"Verrò a trovarti certamente (gli dico)... ma chi è questa Sharon Jones?", "Vieni a sentirla e rimarrai a bocca aperta!" mi risponde Chicco.

Premessa: ascolto quasi tutta la musica di qualsiasi genere essa sia, anche il soul e il rithm'n'blues. Suono anche brani di Wilson Pickett, Tina Turner, Aretha Franklin, ma non avevo mai assistito ad un concerto intero e per giunta di un'artista a me totalmente sconosciuta...

Ma veniamo alla serata.
Sul palco grande spolvero di ampli Fender vintage, i classici Nord Lead ed un organo Farfisa anni '60.
Due batterie: una Ludwig "key badge" del 1965 suonata da Chicco Capiozzo ed una Slingerland, anch'essa vintage, del batterista di Sharon Jones.


Luca Sapio in concerto


Inizia lo show del talentuosissimo artista romano Luca Sapio accompagnato dai Dark Shadows. Chicco Capiozzo alla batteria, Matteo Pezzolet al basso; Larry Guaraldi chitarre; Francesco D'Agnolo alle tastiere (in sostituzione di Mecco Guidi) e Susanna Sallemi alla tastiera Farfisa!
Un set di 45 minuti di black gospel unito al southern soul and blues ma con l'Italian touch nel cuore. La loro musica si muove in questo ambito con sonorità rigorosamente sixteen.
Luca Sapio ha cominciato la sua carriera cantando anche con una delle ultime formazioni degli Area del compianto Giulio Capiozzo e nei Quintorigo. Un miscuglio di musica detta "retrosoul" di cui andiamo fieri - afferma Sapio - anche in America, dove i nostri cuginetti di New York si divertono molto. L'artista ha presentato alcuni brani del suo album d'esordio e del prossimo che uscirà il prossimo 18 novembre dal titolo " Everyday Is Gonna Be The Day" registrato dal vivo e rigorosamente in analogico.


Chicco Capiozzo alla batteria per Luca Sapio


Cambio palco ed eccoci a parlare della "James Brown" in gonnella, come viene spesso chiamata Sharon Jones.
"Mi hanno detto che avevo il cancro e che mi sarebbe rimasto poco da vivere". Parole non dette in tono compassato, ma durante il picco più alto del suo live.
Sharon Jones è un uragano, una forza della natura. È l'attuale regina galattica del soul e della etichetta Daptone. Una che dal vivo va vista sempre, senza se e senza ma.
Il gruppo che l'accompagna, "Dap-Kings" comincia in sordina con un paio di brani "propedeutici" cantati dalle due coriste, rigorosamente nere e corpulente.


Sharon Jones dal vivo con la sua band


Band solida formata da due chitarre, basso, batteria, percussioni e una sezione fiati completa. Poi entra in scena l'animale da palco, e tutto diventa frenetico: un po' tracagnotta, gambe curve, vestito blue tutto a paillettes e frange; prende possesso del palco e comincia il suo su e giù instancabile, parlando, incalzando, cantando, urlando, ballando. Ma non sono le canzoni che fanno la differenza, è l'energia inarginabile di questa forza della natura che travolge tutto e tutti. C'è soul, rhythm 'n' blues e funk, tutta la filiera.
Sharon parla col pubblico e rappa, si contorce e si srotola, sorride e fa la faccia dura... sono passati quasi cento minuti e pare che sia trascorso appena un quarto d'ora!

Chicco, mi hai aperto un mondo!


Live report di Francesco Giuffrida


Il batterista di Sharon Jones