Mixaggio - 1

Questa sezione e la prossima sono dedicate ai fortunati possessori di un sistema che permetta di registrare la batteria su tracce separate, mediante un multitraccia (a 4 o meglio 8 piste), o un sistema di hard disk recording. In teoria anche tutti coloro che hanno un DAT e un banco di mixaggio potranno seguire le mie indicazioni, ma probabilmente chi spende decine di milioni (ops, migliaia di euro) in tale strumentazione, saprà come usarla perché avrà fatto anni di esperienza!! ;-)
Ormai i sistemi di registrazione digitale stanno superando in numero quelli basati su nastro analogico, in quanto sono più economici, potenti e flessibili. Un buon computer con una scheda a 8 ingressi e un buon programma di hard-disk recording (Cubase, Nuendo, Logic, Digital Performer, Pro Tools...) possono davvero fare miracoli, e mettono a disposizione tutti gli effetti che useremo (principalmente compressori, gate ed equalizzatori) sotto forma di plug-in software. Attenzione a non abusarne altrimenti finirete con la CPU sepolta dai calcoli e l'audio che a volte si interrompe! Il vantaggio maggiore del computer sui multitraccia é l'espandibilità: basta comprare un disco più veloce e si possono gestire tranquillamente 40/50 tracce audio contemporaneamente (wow!!), se si ha bisogno di più ingressi si cambia scheda senza cambiare computer, se si ha bisogno di più potenza per gli effetti si cambia computer (o CPU) senza cambiare scheda, o tutto questo contemporaneamente!
Inoltre, per chi non vuole rinunciare agli effetti esterni (se li ritiene di qualità maggiore -spesso é cosí- rispetto a quelli software, o se non esiste un equivalente software), con una scheda audio a più uscite, si può facilmente creare un sistema complesso con effetti del tipo "send e return". Un Powerbook Titanium e la MOTU 828Personalmente uso un portatile Apple (Powerbook G4 1.33GHz, con 768Mb di RAM e OSX 10.4), collegato a un interfaccia di ingresso della MOTU, modello 828 (a 24 bit e 48KHz), che mi consente di registrare fino a 8 tracce separate contemporaneamente (in teoria sarebbero 18 utilizzando, insieme agli ingressi analogici, le porte ottiche e un convertitore ADAT!!). Degli otto ingressi analogici ne uso una per cassa, una per il rullante, due per i panoramici e gli altri quattro per i tom. Essendo tutto molto compatto (guardate in figura) vi lascio capire la comodità e la bellezza di questo sistema! In commercio ci sono varie interfacce audio a più ingressi, sia per Mac che per PC: anche con quattro ingressi potete fare cose dignitose, a patto di usare un mixerino esterno per riversare tutti i tom e i piatti su due tracce (e quindi in fase di mixaggio potrete intervenire solo su cassa e rullante, che sono indipendenti, sulle prime due tracce). Per esempio la Tascam US-428, che é anche una sorta di mixerino vero (alzando i suoi fader si alzeranno i fader del programma!!), o la M-Audio Audiosport Quattro dotata di MIDI e molto compatta, varie interfacce Edirol e molte altre, tutte con interfaccia USB o Firewire, portatili, oppure esistono caterve di schede e rack di espansione PCI adatti davvero ai professionisti, anche perché permettono di collegare varie batterie di ingressi in cascata, per chi ha bisogno di 32 ingressi simultanei e oltre (forse solo il fonico di Terry Bozzio)!!
Il vantaggio principale nel registrare su tracce separate, indipendentemente da come questo venga realizzato, é che in fase di registrazione bisogna pensare solo a suonare bene il brano, e non a regolare bene volumi, bilanciamenti, effetti, ecc ecc., perché tutto ciò avviene comodamente dopo, in fase di mixaggio. L'unica accortezza che bisogna avere é di non registrare materiale distorto. E attenzione!!! La distorsione analogica data dagli amplificatori valvolari é una cosa, quella digitale é puro orrore! Per capire perché, seguitemi oltre.

REGISTRAZIONE DIGITALE

Il computer ha un limitato intervallo di valori numerici per rappresentare gli infiniti valori che corrispondono agli infiniti volumi di un suono. Si dice che questo usa un sistema digitale, che si differisce dall'analogico perché mentre quest'ultimo rappresenta l'analogo dell'onda sonora, in tutto e per tutto (o quasi), mediante rispettivi valori di tensione (e magnetizzazione del nastro), nel digitale tutto va quantizzato, ovvero ripartito su un intervallo più o meno ampio di valori ammissibili.
Il processo di registrazione avviene cosí:

  • Il sistema di registrazione si sofferma ad analizzare (e registrare) l'onda sonora a intervalli di tempo regolari. Nei cd questo avviene 44.100 volte al secondo, nelle cassette circa la metà. Si dirà quindi che il cd ha una frequenza di campionamento di 44,1 KHz (l'hertz, unità di misura della frequenza, significa un ciclo/oscillazione al secondo). La frequenza di campionamento influenza la massima frequenza audio registrabile (leggete il riquadro in basso).
  • Ad ogni istante che il computer si sofferma ad analizzare l'audio in ingresso, al volume entrante viene associato un corrispettivo valore di volume digitale. Il primo, come dicevamo, può assumere qualsiasi valore, essendo in realtà determinato da un fenomeno fisico (tensione sul convertitore), mentre il secondo solo certi valori (binari). Per questo motivo, questo processo é detto quantizzazione. Per continuare il nostro esempio sul cd, in questo supporto vengono usati 16 bit per rappresentare i valori di volume possibili. Diremo quindi che la risoluzione del cd é di 16 bit.

É intuitivo pensare che a maggiore frequenza di campionamento e maggiore risoluzione corrisponderanno registrazioni più fedeli.
Per esempio, se avete sentito qualche file compresso a 8 bit, avrete notato che il suono non é per niente buono: questo é causato dal fatto che con 8 bit (ogni bit é uno zero o un uno) si possono rappresentare due (numero totale dei valori esprimibili con un bit) elevato otto (numero di bit) configurazioni, cioé 256. É chiaro che tale numero é ridicolo per l'orecchio umano: é come se con lo zero si rappresentasse il silenzio, con 255 il rumore piu forte, e tutta l'infinita gamma di volumi coi restanti 254 valori. Immaginate che schifo il suono di un piatto a fine brano che sfuma lentamente: sareste quasi in grado di sentire i singoli step nel cambio di volumi! La registrazione a 8 bit é un po il GIF dell'audio digitale... Con il doppio dei bit, cioé 16 (qualità cd quindi), avremo più di 65mila configurazioni (2 elevato 16), e quindi non avremo alcun problema. Lo standard utilizzato per anni é appunto quello del cd: 44,1 KHz a 16 bit. Se state per comprare una scheda audio, sappiate che dovrà avere caratteristiche almeno pari a queste. Sistemi avanzati di hard-disk recording permettono di registrare audio a 24 bit, il che permette di avere una risoluzione praticamente infinita (più di sedici milioni di valori possibili...). Con questa risoluzione, non si avrà più la preoccupazione di dover registrare a un volume il più alto possiblie (senza distorcere), per evitare di alzare troppo il volume durante il mixaggio. Potremo finalmente registrare a un volume "abbondantemente" sotto la distorsione, e poi alzare a piacimento (oppure usare un compressore) durante il mixaggio, senza perdita di qualità, poiché avremo un sacco di bit a disposizione per rappresentare miriadi di configurazioni di volume.

differenze fra la distorsione valvolare e quella digitale Nel campo digitale il volume di un suono é spesso misurato in "dBFS" (decibel Full Scale), ovvero decibel sotto il livello massimo. Si va da meno infinito (silenzio) a zero, il massimo rappresentabile. Quindi, avrete capito che se una scheda audio riceve in ingresso un segnale a più di 0 dB, cioé un segnale che a livello di numeri é rappresentato da una sfilza di uno, si é a un passo dalla distorsione: basterà salire ancora un pò di volume e il computer non avrà più cifre per rappresentare il suono, e si avrà un suono orribile. E questo indipendentemente da quanti bit vengano usati (16 o 24): il numero di bit influenza solo la risoluzione, ovvero il numero di valori possibili all'interno, ma gli estremi rimangono fissi. Guardate l'immagine (da "La Scienza del Suono", Pierce, Zanichelli): a sinistra (A) abbiamo un amplificatore o preamplificatore valvolare, a destra (B) uno a transistor, o comunque elettronico o digitale. Se al primo arriva in ingresso (linea blu) una tensione che va oltre le proprie possibilità, si avrà distorsione, ovvero una diversità del segnale amplificato rispetto a quello originale, ma si avrà una distorsione graduale, dolce. Nel caso elettronico/digitale, invece, la distorsione (supponendo che parta dallo stesso valore di quella valvolare), sarà brusca e costante, e il suono sarà irrimediabilmente rovinato. Se avete sentito qualcuno parlare della bontà delle registrazioni fatte in studio su nastro analogico, il motivo risiede proprio qui: nella gradualità di questa distorsione, che, se comunque limitata, abbellisce e riscalda il suono, al contrario di quella digitale, che va sempre e comunque evitata.

Campionamento e teorema di Nyquist

I più attenti di voi si staranno chiedendo: perché registrare a 44,1 KHz se comunque l'uomo può sentire frequenze fra i 20 e i 20.000 Hz (o anche meno)? Che facciamo, registriamo gli ultrasuoni per la gioia del nostro cane?
La risposta viene dal teorema di Nyquist: per campionare una certa frequenza, il nostro dispositivo di registrazione deve registrare ad una frequenza almeno doppia, perché, per rappresentare bene il ciclo di un'onda a una certa frequenza, occorrono due valori diversi dell'onda in quel ciclo. Seguitemi in quest'esempio: immaginate di riprendere una lampadina che si accende e si spegne 10 volte al secondo. Se la vostra videocamera riprende 20 fotogrammi al secondo, in uno la vedrete accesa, nell'altro spenta, in quello dopo ancora accesa e cosí via. Ma se la vostra videocamera riprende a una frequenza minore, per esempio proprio a 10 fps, potreste vedere nel primo fotogramma la lampadina accesa, e nel secondo... ancora accesa! O magari sarà spenta in tutti i fotogrammi, se lo era al momento del primo scatto. É ovvio che la cosa non ha senso.
Un altro comune esempio é quello dei cerchioni dell'auto che, in velocità, sembrano girare al contrario (in quel caso il dispositivo occhio-cervello dovrebbe lavorare a una frequenza maggiore!).È un po' quello che succede all'audio: se vengono registrate frequenze superiori a metà della frequenza di campionamento, alcune frequenze errate (aliasing) verrebbero percepite non come suono ma come false frequenze, come distorsione. Per evitarlo, si usa un filtro che tagli il segnale, prima del convertitore, in modo che tutte le frequenze oltre la frequenza di Nyquist (metà della frequenza di campionamento) vengano bloccate. Poiché un taglio netto e immediato, con pendenza verticale, é irrealizzabile tecnicamente, si preferisce campionare a 44,1 KHz, in modo da poter usare un filtro reale, con una certa pendenza, che inizi a tagliare a 20 KHz e che porti effettivamente a zero la banda passante solo a 22,05 KHz...

Per confondervi ancora di più le idee: ultimamente starete assistendo alla nascita di schede di HD recording che lavorano a frequenze di 96 Khz o addirittura 192 (Pro Tools)!! La questione qui é ancora più spinosa: per molti si tratta semplicemente di motivi commerciali. La gente tenderebbe infatti a preferire schede con frequenze di campionamento maggiori, come fa con le CPU, gli HD, non sapendo che poi per lavorare a 96 KHz anziché a 44.1 KHz avrà bisogno di più del doppio di spazio su HD e di potenza di calcolo, traendone poi nessun beneficio (se non si ha a disposizione una strumentazione di registrazione e di ascolto da paura)...
Un altro motivo che porterebbe all'aumento della frequenza di campionamento starebbe, per i produttori, nell'incremento della percezione dell'immagine stereo.
Tutto da confermare e molto soggettivo, ovviamente.

REGISTRARE LA BATTERIA


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I MICROFONI

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IL BASSO


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