Mixaggio - 3

Passiamo ora al rullante, che insieme alla cassa é l'elemento più importante di tutto il mixaggio.

RULLANTE

Non avete idea di come un pezzo possa decollare se cassa e rullante sono suonati e registrati bene. Per il momento mettete in muto la cassa. Anche il rullante va piazzato al centro del mix stereo, cosi come farete per il basso, per creare una base solida intorno a cui posizionare gli strumenti melodici (per esempio chitarra e tastiere sui lati opposti) e i tom e i piatti che si avvolgono intorno a tutta la panoramica stereo. Cosí come la voce principale andrà al centro, circondata dalle eventuali voci secondarie. Se il suono é un po' morto, il consiglio é di cambiare accordatura, tensione della cordiera e posizione del microfono, e non di buttarsi subito a giocare con l'equalizzatore. Se la pelle é vecchia, cambiatela e verificate in prima persona come il suono subirà un salto di qualità. Se questo non dovesse aiutare, aumentiamo le frequenze tra 4 e 8 KHz, con un valore Q abbastanza piccolo, in modo da operare su una vasta gamma di frequenze. Aumentando queste frequenze andremo ad enfatizzare il suono della bacchetta sulla pelle (chiamato, lo sapete, attacco), cosa che mette un marchio distintivo al rullante nel mix e decisamente ne migliora il suono (e ne aumenta il volume: attenzione alla distorsione!). Se viceversa il suono mancasse di bassi e di corposità, potete aumentare un pochino fra i 100 e i 150 Hz, ma non troppo, per non rubare il posto alla cassa e al basso. Ricordate che cambiare l'equalizzazione significa cambiare il volume di certe frequenze, e quindi se aumentate parecchio il volume di un ampio raggio di frequenze, il volume globale dello strumento aumenterà notevolmente, e probabilmente bisognerà abbassarlo dal fader. La cosa migliore é, come per la cassa, creare un loop e cercare di modificare un intervallo più piccolo di frequenze, giusto quello che corrisponde alla modifica sonora che vogliamo apportare.

Applicheremo al rullante il compressore e il noise gate con dei parametri molto simili a quelli usati per la cassa. Per quanto riguarda il gate, lasciamolo aperto in chiusura un po' più a lungo, circa due decimi di secondo, per non tagliare il suono. Se il gate rende il rullante un po' troppo secco, si può applicare un certo riverbero, regolato secondo la necessità.
Portate molta attenzione al gate sul rullante: se il microfono che usate prende anche un po' del suono del charleston, se userete il gate, il volume del charleston aumenterà ogni volta che suonerete il rullante (facendo aprire il gate), per poi tornare basso a gate chiuso. Non solo, dai panoramici il charleston viene posizionato sulla sinistra, mentre il rullante é al centro: insomma quando suonerete il rullante il suono del charleston aumenterà e si sposterà anche verso il centro!! A questo punto é meglio posizionare il microfono del rullante puntandolo lontano dal charleston. Se il charleston ha il suo microfono questo effetto dovrebbe essere molto meno udibile, ma fateci attenzione comunque. Dopo un po' di prove dovreste trovare i parametri giusti per il gate. Attenzione ai tempi d'attacco (deve aprirsi subito per non tagliare l'attacco, la parte piu' importante) e chiusura (deve far sentire la coda del suono ma poi chiudersi subito dopo, per evitare di riprendere suoni indesiderati).

A questo punto alziamo il volume alla cassa e portiamo il rullante al volume adeguato in proporzione alla cassa; se per alzarlo troppo distorce, é meglio abbassare la cassa (tuttavia non dovrebbe accadere se avete regolato la cassa a max -7/-6 dB). Sentiamo anche come suonano cassa e rullante in rapporto ai panoramici, per verificare che tutto sia ok, dopodiché proseguiamo con il mixaggio.

TOM

microfono a condensatore per percussioni AKG C418Passando ai tom, il lavoro sarà sicuramente meno intenso, sia perché la maggior parte delle volte si può lasciare il materiale registrato così com'é (spesso é già buono), sia perché, visto il loro uso sporadico, danno meno problemi di cassa e rullante. Ricordiamo che il compito dei microfoni per tom (nell'immagine un C-418 della AKG, a condensatore), come già detto nella sezione di scelta dei microfoni, é semplicemente quello di farli emergere dal mix, fornendo loro attacco e basse frequenze che solo una microfonatura ravvicinata puo' fornire. Alziamo il volume di un tom alla volta in modo che sia a un livello un po' superiore rispetto a quello che si sente dai soli panoramici. Ovviamente questa é un'indicazione generica, e spetta al vostro gusto regolare il volume definitivamente. Si può applicare un compressore, con regolazioni simili a quelle già viste per cassa e rullante. Il noise gate é facoltativo e dipenderà molto dal genere: certamente lo si userà in ambito rock/metal, mentre non verrà usato nel jazz o in musica del genere: in questo caso non é necessario intervenire drasticamente con effetti e simili, e si preferisce lasciare un po' di naturalezza al suono originale (e ricordiamo che la batteria alla fin fine deve essere trattata come strumento d'insieme, e non come insieme di strumenti).

Un caso in cui il gate si rende necessario é il seguente. Immaginate di avere mixato per ora cassa e rullante, il suono vi piace (in rapporto ovviamente alla vostra strumentazione), i colpi si sentono bene, e c'e' poco (o niente) rumore di fondo. Ora se aprite 3,4, magari 5 microfoni per tom, il suono sarà molto meno definito, si sentiranno rimbombi, colpi strani, "aria". Questo perché i vari microfoni dei tom prenderanno i suoni prodotti da tutti i pezzi della batteria, e magari il suono del rullante entrerà in tutti i mic per tom, ovviamente con tempi di arrivo diversi a seconda della distanza relativa rullante-mic. Tutto questo é tanto più evidente quanto più alto sarà il volume a cui regoleremo i tom. E questo senza contare l'ulteriore apporto al suono dato dai panoramici. É chiaro che il suono é infangato e poco definito, e tutte le regolazioni finemente applicate a cassa e rullante potrebbero risultare impotenti di fronte a tutti questi "rientri". In questo caso diventa indispensabile l'uso di un gate, settato accuratamente (stessi consigli dati per il rullante), per ogni tom. In teoria potreste anche mettere in muto le tracce dei tom quando questi non vengono usati, ma é molto più comodo usare i gate.

Parlando di equalizzazione, questa come sempre varierà a seconda delle pelli e del genere, della batteria e del proprio gusto: se si fa trash probabilmente si abbonderà coi bassi per la potenza e i medio alti per l'attacco, se si fa jazz si vorranno parecchi armonici nelle medie frequenze e così via. Ascoltate (bravi, in loop!) un tom per volta, e cercate di scoprire quali sono le frequenze cardine su cui dovete intervenire. Come sempre iniziate modificando un'ampia fascia di frequenze (q basso) e man mano affinate sempre di più il vostro tiro (aumentando il q) in modo da non modificare frequenze che non apportano un miglioramento sonoro. Più che enfatizzare certe frequenze, dovreste capire se ci sono frequenze da attenuare: abbiamo visto che sulla cassa le frequenze mediobasse (250/300 Hz) danno un suono di cartone, che é sicuramente meglio ridurre. Può accadere un fenomeno simile coi tom, a frequenze simili (o no) a quelle indicate qui, a seconda di accordatura, pelli e dimensione dei fusti. A voi sperimentare.

Per quanto riguarda il bilanciamento stereo avete due alternative. Ma prima sedetevi di fronte allo stereo e ascoltate parecchi cd, di gruppi diversi: alcune volte vi sembrerà di avere il batterista davanti a voi, di fronte, altre volte invece sembrerà di essergli alle spalle. Nel primo caso infatti il mixato stereo é invertito: i tom gravi stanno a sinistra, il charleston a destra e così via (tipo il setup usato dai mancini); nel secondo caso invece il timpano e i tom gravi saranno posizionati a destra, e il charleston a sinistra. Sono due opzioni equivalenti; io come batterista preferisco la seconda, che mi dà la sensazione di essere seduto e suonare in prima persona, tuttavia é solo questione di gusti. Chiarito questo, regolate i panoramici secondo una delle due configurazioni possibili (attenzione però: regolateli completamente a destra e completamente a sinistra, per sfruttare a pieno tutto il fronte stereo; in ogni caso potrete sempre portare entrambi i canali verso il centro, mentre l'operazione inversa é ben più difficile); dopodiché mettete i tom nella stessa posizione che si sente dai panoramici. Probabilmente dovrete mettere in muto i tom su cui non state lavorando, e alzare gradualmente i volumi, ma alla fine ogni tom deve essere "panpottato" nella sua giusta posizione, così come proviene dai panoramici. Solo così il suono sarà regolare, corposo e costante.
Infine, si potrà usare un certo riverbero sui tom, a seconda anche del genere musicale.

I PIATTI

Il bilanciamento é stato già trattato, dovremo solo portare il volume a un livello adeguato. Si possono (anzi, é vivamente consigliato) ridurre i bassi, visto che i piatti non ne producono (cosí facendo vi libererete da molto suono indesiderato), e si può applicare un leggero (molto leggero) riverbero per aggiungere dimensione al tutto. Attenzione ai volumi sui piatti: nel caso in cui i colpi di crash fossero troppo forti, un alternativa all'abbassamento globale del volume sta nell'allontanare i crash dai microfoni, semplicemente abbassando le aste o alzando i mic.

Si può optare anche per una compressione in questa fase, per portare i leggeri colpi di charleston e i forti colpi di crash a un livello più omogeneo. Non solo: provate a impostare un compressore con un tempo d'attacco molto rapido e un tempo di rilascio sull'ordine dei secondi. Facendo cosí i colpi di crash inizieranno subito a essere smorzati e non solo, quando il loro volume originale scende sotto la soglia, il compressore rimarrà attivo contribuendo a smorzarne il suono: non c'é niente di più brutto infatti di un crash che suona per troppo tempo!! Attenzione però a non perdere il ride e il charleston, in questo caso.

RIFATEVI LE ORECCHIE!!

A questo punto non vi resta che ascoltare il tutto più e più volte, per cercare di rendere perfetto il lavoro che finora ci é costato tanta fatica. Non risparmiate mai gli ascolti, ansiosi di finire, anzi se magari avete ascoltato la stessa parte per ore e ore la cosa migliore é andare a farvi una camminata e tornare con orecchie riposate, o meglio ancora sospendere e riprendere il giorno seguente. Infatti dopo tanto ascolto é normale un affaticamento, che vi porterebbe a fare modifiche sbagliate, dettate solo da troppo stress uditivo. Quando siete convinti, mixate il tutto in stereo e procedete con la registrazione degli altri strumenti. Se il sistema di registrazione ve lo permette, potete scegliere di non mixare per ora: mandate tutti i pezzi di batteria a un gruppo stereo e continuare a lavorare con le tracce separate, così, se per esempio dopo che avete registrato la voce i piatti vi sembrano alti, avrete ancora la possibilità di abbassarli. Il gruppo (inteso come il fader che controlla le tracce, non la vostra band...) vi permetterà comunque di modificare il volume globale della batteria in una sola mossa e senza modificare i volumi relativi del mixaggio.

Spero di avervi spiegato meglio come usare la vostra strumentazione, o magari spero di avervi fatto venire voglia di comprare una scheda a più ingressi (tanto il computer evidentemente lo avete già!).

Se avete trovato utile il tutto (fatemi sapere i vostri commenti via mail), in futuro potrò continuare il discorso suggerendovi come registrare e mixare il resto della band, per la gioia dei vostri compagni di gruppo.

La sezione sul basso la trovate già a questo link.

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