Torno adesso dalla presentazione delle batterie Rotodrum al negozio DrumsStroke, e devo dire che è stata proprio una bella mattinata. Mentre vi scrivo la presentazione sta andando avanti, quindi se avete la possibilità di passare al negozio nel pomeriggio vi consiglio di farlo.
Di fronte ad un nutrito gruppo di persone il patron della Rotodrum, Riccardo Martinazzi, ha illustrato le caratteristiche delle sue creazioni. La prima cosa che colpisce chi vede le Rotodrum è il loro aspetto atipico, che può piacere oppure no. Vedendole da vicino e provandole ci si rende conto di due cose molto più importanti del semplice aspetto: la prima è che le Rotodrum suonano bene ed hanno un suono molto corposo (anche se a prima vista, vedendo quel grosso spazio vuoto tra le pelli, uno potrebbe aspettarsi il contrario); la seconda è che possono cambiare drasticamente carattere sonoro in pochi secondi, semplicemente cambiando la profondità del tamburo o inserendo componenti aggiuntivi (e senza cambiare accordatura delle pelli!). A quanto ci ha riferito il Martinazzi, alcune caratteristiche sonore dei suoi tamburi sono dovute a degli accorgimenti che solo lui adotta e che sono il risultato di tanta sperimentazione.
Le cose che mi hanno più colpito sono state:
- il suono micidiale delle casse (oltre che a sentirle con gli orecchi ti arrivano nello stomaco);
- la sensibilità della cordiera nei rullanti. Ad un certo punto il Martinazzi ha alzato la parte superiore del rullante a circa un metro sopra la parte inferiore, ma la cordiera continuava a rispondere, anche colpendo la pelle molto vicino al cerchio;
- l'idea che, una volta smontati, i tamburi occupano poco spazio perché possono essere messi uno dentro l'altro;
- l'idea di avere a disposizione le sonorità di tante batterie portandosi dietro un solo set.
Un po' di foto:
Martinazzi in clinic. Quello che sta suonando è un rullante, anche se può non sembrare. Alle sue spalle una delle sue batterie.
Anche con le spazzole.
Rullante riempito con palline di plastica e con modulo aggiuntivo con cimbalini. Per quanto possa sembrare assurdo, il risultato sonoro non è niente male.
Dimostrazione di come si applica un trigger in pochi secondi. Quello in primo piano (giallo + scacchi bianchi e neri) è il cosiddetto “rullante taxi”.
Foto di gruppo. Da sinistra: Varo (con gli occhi chiusi), Marco del Drum Stroke (che guarda da un'altra parte), il sottoscritto (con gli occhi spipati), Cristiano (che anche lui guarda da un'altra parte), Riccardo (con uno sguardo un po' perplesso). Tutti estremamente fotogenici.
Lo stilista Martinazzi con la sua ultima creazione: il polsino Rotodrum, indossato dalla top model Marco Polvani.
Rivedendo le foto mi rendo conto che mi sono concentrato molto sulle persone e poco sugli strumenti. In particolare non ho fatto nessuna foto alla batteria personale del Martinazzi (venature del legno a vista, cerchi azzurri, cassa da 18'' che suona come un cannone ed un set di piatti UFIP Natural niente male). Sarà per la prossima volta.
BW