nikman ha scritto:Prima di parlare dei Beatles, chiedi chi erano i Beatles...
https://www.youtube.com/watch?v=NzF1Vf5Ro9ERagazzi, possono piacere o meno ma guai a chiamarlo "gruppetto", è grazie a loro se esiste la musica moderna, se esiste lo
showbusiness odierno, se esistono le
rockstar, se esiste la maggior parte della musica che ascoltiamo!!
Hanno inventato, magari anche senza volerlo, la musica moderna!!
Non chiedo di farveli piacere, ma di conoscerli sì, e che diamine!!
La musica di consumo attuale,chiamarla moderna mi rievoca ben altro.
Ottimo,ottime ragioni per non farseli piacere
Dall'enciclopedia di Pino Scaruffi
I Beatles appartengono certamente alla storia del costume degli anni '60, ma i loro meriti musicali sono quantomeno dubbi.
I Beatles vennero alla luce all'apice della reazione nei confronti del rock and roll, quando innocui "teen idols" (rigorosamente bianchi) prendevano il posto dei selvaggi rocker neri che avevano scosso le radio e le coscienze di mezza America. L'arrivo dei Beatles rappresento` il salvagente per la middle-class bianca, terrorizzata all'idea che il rock and roll rappresentasse una vera rivoluzione di costume. I Beatles tranquillizzarono quella vasta fascia di pubblico e conquistarono i cuori di tutti coloro (soprattutto al femminile) che volevano essere ribelli ma senza violare i codici imperanti. Ai volti contorti e lascivi dei neri del rock and roll si sostituiro i sorrisi innocenti dei Beatles; ai ritmi scatenati dei primi si sostituirono le cadenze orecchiabili dei secondi. Il rock and roll poteva finalmente essere accettato nelle classifiche del "pop". I Beatles rappresentarono la quintessenza della reazione a una rivoluzione musicale che non era finita, e per qualche anno riuscirono ad arenarne l'impeto.
I Beatles rappresentarono anche la reazione a una rivoluzione sociale e politica. I Beatles vennero alla luce negli anni dei disordini studenteschi, di Bob Dylan e degli hippies. I Beatles sostituirono le immagini di quei giovani arrabbiati col pugno chiuso con i loro visi simpatici e le loro dichiarazioni amabili. I Beatles sostituirono le parole d'accusa di quei musicisti militanti con filastrocche corrive. Anche in questo i Beatles servirono a tranquillizzare la middle-class, che la nuova generazione non era composta soltanto da ribelli, sbandati e maniaci sessuali.
Per il resto della loro carriera i Beatles furono quattro musicisti mediocri che cantavano ancora canzoni melodiche di tre minuti (le stesse che si facevano da decenni) in un'era in cui la musica rock tentava di spingersi al di la` di quel formato (un formato originariamente dovuto alle limitazioni tecniche del 78 giri). I Beatles furono la quintessenza del "mainstream", assimilando nel formato della canzone melodica le innovazioni che venivano man mano proposte dalla musica rock.
I Beatles appartenevano ancora, come i Beach Boys (di cui emularono gran parte della carriera), all'era dei complessi vocali, nei quali la tecnica allo strumento non era importante: cio` che contava era il ritornello. Indubbiamente dotati nel comporre ritornelli, si avvalsero del produttore George Martin (capo della Parlophone fin dal 1956) per abbellire quei ritornelli con arrangiamenti via via piu` eccentrici.
Grazie a un'accorta campagna pubblicitaria, divennero forse gli entertainer piu` celebri della seconda meta` del secolo, e sono rimasti beniamini dei rotocalchi mondani e dei tabloid, cosi` come le principesse di Monaco e Lady Di.
La convergenza fra polifonia occidentale (la melodia, le armonie vocali in piu` parti, gli arrangiamenti) e percussivita` africana, che era stata il leitmotiv della musica popolare americana fin dagli albori, venne legittimata in Europa dal successo strepitoso del Merseybeat, e in particolare dei suoi esponenti piu` venduti, i Gerry and the Pacemakers e i Beatles, entrambi gruppi pilotati dal produttore George Martin e dal manager Brian Epstein. I complessi del Merseybeat ebbero il grande merito di legittimare il rock presso un pubblico molto piu` ampio, virtualmente senza confini. Seppero interpretare lo spirito e le tecniche del rock and roll in un modo largamente emancipato dalle sue istanze sociali e in tal modo (disinnescandone il potenziale esplosivo) lo resero accessibile a tutti, e non soltanto ai giovani ribelli. Mediocri musicisti e ancor piu` mediocri intellettuali, complessi come i Beatles avevano pero` l'intuito del saltimbanco che sa come divertire i contadini dopo una dura giornata di lavoro, un intuito trasferito nell'era della distribuzione di massa dei beni di consumo.
Ogni loro canzone e ogni loro album faceva seguito a canzoni e album altrui ben piu` salienti, ma, lungi dal semplice copiarli, le canzoni dei Beatles li riconducevano anche a una dimensione piu` borghese, ortodossa, conformista. Cosi` anche per le idee del tempo, dalla "contestazione" dei campus universitari al pacifismo di Dylan, dalla droga all'Oriente. Il loro veicolo era la melodia, una sorta di codice universale che dichiarava innocua la loro musica. Naturalmente altri complessi compirono la stessa operazione, e molti (dai Kinks agli Hollies, dai Beach Boys ai Mamas & Papas) produssero melodie forse piu` memorabili, ma i Beatles arrivarono al momento giusto e loro sarebbe rimasto il marchio di fabbrica sulla canzone melodica della seconda meta` del Novecento.
La loro ascesa venne contrassegnata dalla "Beatlemania", un fenomeno di isteria di massa (lanciato nel 1963) che rappresento` l'apice della parabola del "teen idol", una figura che si era venuta delineando attraverso i miti di Frank Sinatra ed Elvis Presley. Da quel momento in avanti, qualunque musica componessero, i Beatles rimasero al centro dell'attenzione dei media.
Musicalmente, per quello che conta, i Beatles furono il prodotto di un'era che era stata preparata da gruppi vocali come gli Everly Brothers e da cantanti rock melodici come Buddy Holly; un'era che si espresse anche attraverso i girl-group, i complessi della Tamla e i complessi di musica surf. I Beatles hanno in comune con tutti questi (oltre a melodie quasi identiche) un concetto generale della canzone come melodia esuberante, cadenzata, ottimista.
I Beatles erano la quintessenza della mediocrita` strumentale. George Harrison era un chitarrista patetico al confronto degli altri in circolazione a Londra in quegli anni (Townshend degli Who, Richards dei Rolling Stones, Davies dei Kinks, Clapton e Beck e Page degli Yardbirds, e tanti altri meno famosi ma molto piu` originali). I Beatles si erano completamente persi la rivoluzione della musica rock (che era fondata sull'uso vistoso della chitarra) ed erano rimasti al modulo delle orchestrine di musica leggera. Paul McCartney era un cantante anni '50, che non avrebbe potuto cantare in maniera piu` scontata. Come bassista non valeva l'ultimo dei bassisti rhythm and blues (anche se nel mondo del Merseybeat il suo stile era effettivamente rivoluzionario). Ringo Starr suonava la batteria come qualsiasi ragazzo dell'epoca (in realta` era forse l'unico dei quattro ad avere un minimo di competenza tecnica). Complessivamente la tecnica dei quattro era la stessa di tanti altri complessi di easy-listening: sub-standard.
I loro erano dischi di canzoni tradizionali, canzoni come si facevano da secoli, ma servivano un pubblico immenso, ben piu` numeroso di quello (hippies e contestatori) che voleva cambiare il mondo. I fans dei Beatles ignoravano o aborrivano i tanti musicisti rock che in quegli anni stavano sperimentando con il formato della suite, che stavano componendo lunghi brani free-form, che stavano usando la dissonanza, che stavano cambiando radicalmente il concetto di brano musicale. I fans dei Beatles pensavano (e molti lo pensano ancora oggi) che usare le trombe in una canzone rock fosse un fatto rivoluzionario, che usare qualche rumore di sottofondo (peraltro appena udibile) fosse un fatto ancor piu` rivoluzionario e che soltanto grandi geni musicali potessero svariare in cosi` tanti stili nell'arco di uno stesso album (proprio cio` che tanti musicisti rock stavano facendo in giro per il mondo, e con ben altre escursioni stilistiche).
Mentre i Velvet Underground, Frank Zappa, i Doors, i Pink Floyd, e tanti altri componevano lunghe e ardite suite degne della musica d'avanguardia, ed elevavano la musica rock ad arte maggiore, i Beatles continuarono fino alla fine a sfornare canzoni di tre minuti impostate sul ritornello. Cio` non toglie che la Beatlemania trasformasse tutto in mito. I fans dei Beatles si esaltavano per venti secondi di tromba, anche se i Velvet Underground componevano suite di rumore di venti minuti. C'erano in realta` ordini e ordini di grandezza di differenza fra una tromba e il rumore, e fra venti secondi e venti minuti. Erano (musicalmente, sociologicamente, politicamente, artisticamente, ideologicamente) due pianeti diversi.
La Beatlemania provoco` una comica distorsione temporale. Molti fans dei Beatles rimasero convinti che il rock and roll fosse nato intorno ai primi anni '60, che il rock psichedelico e gli hippies fossero stati un fenomeno del 1967, che i disordini studenteschi fossero iniziati nel 1969, che le proteste pacifiste fossero esplore alla fine degli anni '60, e cosi` via. Molti fans dei Beatles rimasero convinti che i Beatles fossero stati i primi in tutto, mentre furono gli ultimi quasi in tutto. Il caso dei Beatles e` un esempio canonico di come il mito possa deformare la storia.
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https://scaruffi.com/vol1/beatles.html