da grafstudio il mar ott 03, 2006 9:45 am
spero di esserti utile...questo forum spesso ? un p? pigro...
Accordare la Batteria ? ancora oggi un termine poco familiare, a musicisti in generale e alla maggior parte dei batteristi. Questo perch? nella cultura e nell'insegnamento della batteria c'? sempre stata una notevole attenzione alla tecnica, e una scarsa considerazione del suono e delle sfumature sonore, attribuite semplicisticamente al valore economico dello strumento.
Per fortuna la tendenza attuale sta cambiando...
Per? spesso ci si trova a dover scegliere la propria batteria, senza aver ben chiare in mente quali siano le effettive differenze tra i legni (in termini di suono e accordabilit?), e magari trascinati da mode del momento (leggi Acero...) e dalle scelte del nostro batterista preferito, acquistiamo la batteria che magari immaginiamo magicamente suonare con il suono che siamo abituati a sentire sui dischi...e invece...
D'accordo con Controtempo, abbiamo pensato di realizzare un mini-aiuto per tutti coloro che hanno voglia di capire qualcosa in pi? su quello che realmente si pu? ottenere da una batteria (anche da una batteria economica...).
Innanzitutto i legni:
Attualmente abbiamo un'offerta molto pi? ampia rispetto a qualche anno fa; senza dilungarci troppo, diremo che i legni pi? utilizzati sono l'acero (americano o canadese, hanno leggere differenze di durezza e quindi di suono...), la Betulla (molto spesso si tratta di betulla scandinava) e il Mogano, di cui siamo abituati a vedere spesso batterie economiche, e che ultimamente ? stato utilizzato per batterie Hi-Level; la ragione probabilmente ? che al mondo esistono oltre 100 variet? di Mogano, e tra loro hanno differenze piuttosto marcate sia di suono, che di lavorazione e, quindi, di prezzo...
Potremmo classificare l'Acero tra i legni pi? utilizzati per le batterie, (forse anche per quello che ha rappresentato la Gretsch negli anni in cui questo strumento andava affermandosi, ragion per cui l'Acero era l'equivalente di un tamburo di qualit?); ha un range sonoro molto esteso, con prevalenza di toni bassi e caldi, una leggera sfumatura di medi e pochi alti...le batterie in Acero colpiscono immediatamente per la ricchezza sonora e per il calore del suono, oltre che per la potenza...Personalmente per?, amo molto la Betulla, e da sempre. Ho sempre considerato questo legno il migliore tra tutti (ma ? questione di gusti...) per via della definizione assoluta, dell'attacco e del "ciack" che ? possibile udire su ogni tamburo in maniera chiara e distinta. Questa ? infatti la caratteristica della betulla: un legno che molte aziende chiamano "Naturally Equalized", cio? equalizzato di natura; un legno pi? morbido dell'Acero e per questo pi? squillante, con bassi e alti pronunciati, particolarmente adatto per situazioni live, anche non amplificate, o per studi di registrazione...ecco perch? queste batterie hanno costituito la base insostituibile per tutti quei batteristi che lavoravano in studio e che fino a qualche anno fa hanno fatto la fortuna di aziende come la yamaha con la Recording Custom (in Betulla...) o come la famosissima Steve Gadd (sempre in Betulla).
Il mogano invece ha sempre accompagnato batterie di serie economica, ricordando ad esempio la fortunatissima serie Export della Pearl, che con il tempo ? diventata una batteria semi-professionale...Questo legno infatti unisce la facilit? di accordatura e l'esaltazione delle note centrali ad un suono "boomy", con una potenza ancor maggiore dell'Acero in virt? di una gamma di frequenze pronunciate in maniera "esponenziale" verso i bassi (provate a sentire una MMX...).
Esistono poi altri legni, come il poplar (pioppo), il Faggio, il Ciliegio, l'Oak, le batterie Multistrato (a legni misti)...ma nell'80 % dei casi, quando abbiamo di fronte una batteria, abbiamo di fronte Acero, Betulla o Mogano, ed in base a quello che ci piace dovremmo essere in grado di fare gi? una prima selezione.
Un'altra grossa differenza la fanno i cerchi.
Esistono vari tipi di cerchio: Il cerchio in Acciaio stampato da 1,2 mm (quello economico in genere...), poi il cerchio stampato ma da 2,3 mm (tipo i Super Hoop Pearl-molto Rock!), i cerchi fusi (i Die-Cast, quelli pi? costosi...) e i cerchi in legno, recentemente introdotti per tutta la batteria e per rullante, (anzich? solo per grancassa). Tra i Die-Cast esiste poi una variante introdotta dalla Yamaha, che produce cerchi in una lega di alluminio (e quindi molto leggeri) con il tipico attacco "gommoso" che contraddistingue i rullanti di questa marca.
Per fare un discorso pi? sintetico, diremo che i cerchi solitamente economici, quelli da 1,2, sono cerchi buoni per lasciar risuonare qualsiasi tamburo, ma spesso troppo leggeri e suscettibili di deformazioni nel tempo (essendo sottoposti a tensione spesso irregolare...)
I cerchi da 2,3 mm sono di ottima qualit? per il compromesso tra solidit? e sonorit?, ed hanno il bordo ripiegato verso l'esterno per un rimshot pi? facilie e potente; in genere sono cerchi che hanno una sonorit? bassa, molto utili per chi suona rock...
Abbiamo poi i cerchi fusi, (o Die-Cast) che sono i cerchi con la "nota", e con una capacit? di messa a fuoco sonora che gli altri cerchi non posseggono; hanno un attacco immediato e conferiscono al tamburo un suono chiaro e secco, molto preciso.
Per i cerchi in legno, il discorso ? tutto timbrico: immaginate di suonare un tamburo che dia una risposta morbida e calda proprio come una grancassa...ovviamente l'attacco ? ridotto rispetto ai normali cerchi in metallo...
Per avere un buon suono, quindi, ? buona norma avere un margine di conoscenza di questi elementi, che combinati insieme ad una buona scelta delle pelli (argomentate a parte...) danno il risultato finale per quello che dev'essere il "nostro" suono.
Perch? l'accordatura ? cos? importante?
bene, immaginiamo di salire su un palco e di suonare con una chitarra scordata...qualsiasi cosa faremmo, sarebbe inascoltabile, e ci farebbero scendere gi? di corsa...ecco, l'effetto ? lo stesso; solo che sulla batteria siamo abituati ad avere interventi del fonico, e spalmature di nastri adesivi e sordine o altri materiali molto fantasiosi...a quel punto per? se abbiamo sotto il sedere una Maple Custom 13000 o una PingopallinoDrum, sar? esattamente la stessa cosa...
Invece riuscendo ad essere padroni dello strumento, e sperimentando suoni e combinazioni con lo stesso tempo che dedichiamo allo studio della tecnica, avremo il suono migliore che la nostra batteria pu? offrire, talvolta anche superiore alle aspettative (ho tirato fuori dei suoni da una Export che facevano impressione, amplificati a dovere...).
Le note.
Senza parlare di cose che possiamo trovare facilmente su internet o sulle solite riviste "specializzate", che ci dicono di tirare e far scricchiolare (scollare) le pelli, e di accordarle alla stessa nota tra sopra e sotto, vediamo di scendere pi? nel particolare e aggiungere qualcosa di nuovo.
Da tener presente una cosa: parliamo anche di consonanze, per cui se non siete a conoscenza dell'argomento, conviene documentarsi un p? (con l'aiuto ad esempio del vostro tastierista o chitarrista...)
Innanzitutto, il rullante: non va assolutamente accordato alla stessa nota come da pi? parti sentiamo dire (la pelle di sotto sarebbe lentissima...) ma in genere un rullante con un buon rapporto sensibilit?/potenza/definizione si ottiene accordando la pelle inferiore ad una quarta, o al massimo una quinta sopra la nota della pelle battente.
Esempio pratico: se la pelle di sopra ? accordata in DO, quella risonante dovrebbe essere in FA. (in genere un rullante da 5" suona bene in DO o DOb se in legno, in RE o MI se in ottone; uno da 6,5 in acciaio suona ottimamente in SOL; un fusto da 6,5 di un Free Floating System in ottone, preso in mano e percosso leggermente, suona esattamente in DO#...).
Ovviamente, per sentire la nota centrale, accordiamo per prima la pelle battente, con il sistema "a incrocio" e girando la chiavetta mezzo giro per volta, battendo ogni tanto ad un paio di centimetri dal bordo pelle, in corrispondenza del tirante che stiamo accordando. Per avere un riferimento della nota, sono molto utili le batterie elettroniche, che in genere hanno un piccolo synt o un suono di basso sempre disponibile.
Quando avremo le note uguali su ogni singolo tirante, anche se non perfette, passiamo alla pelle risonante.
Stesso metodo, tenendo conto che anche se ci sembrer? troppo tesa, la pelle di sotto dev'essere "a vetro" (come dice spesso Tullio Granatello, l' inventore della Tamburo...).
La nota che avremo su ogni tirante sar? molto corta e difficile da sentire, per cui ? buona abitudine fare quest'operazione in un posto "silenzioso"...
Raggiunta la nota che ci interessa su tutti i tiranti, applichiamo la cordiera, e torniamo, con la cordiera regolata come pi? ci piace, a sistemare finemente la pelle di sopra.
Perch? con la cordiera? perch? solo con la cordiera inserita riusciremo ad avere un suono che su ogni tirante avr? la stessa risonanza e lo stesso attacco, e potremo decidere facilmente se scendere o salire leggermente per ogni singolo tirante.
Alla fine, dovremmo avere un suono talmente definito e bilanciato, da non aver bisogno di sordine (un suono moderno, che spesso sentiamo sui dischi pi? recenti, per fare un esempio "concreto" un suono alla Manu Katche o alla Chad Smith...).
Questo ? il risultato delle consonanze! stesso concetto degli accordi per chitarra...vi siete mai chiesti da quante note ? composto il DO? provate a chiedere, sempre al vostro chitarrista di fiducia...
Consonanze
La consonanza ? detta "perfetta" quando ? di quinta (es. RE-LA), mentre sarebbe all'unisono se trovassimo una consonanza di ottava.
Esistono poi altre consonanze "utili" al batterista, che sono quella di terza (utilizzata dalla maggior parte dei batteristi in sala d'incisione e molto indicata per i rullanti da 4"), e la consonanza di quarta, molto utile per le accordature aperte POP o ROCK e con rullanti dai 5" in su.
Le consonanze di terza, quarta e quinta esaltano la nota centrale, lasciando sommare soltanto le frequenze che possono entrare in risonanza e scartando le altre;non la amplifica, ma le conferisce maggior sfumatura e la "ripulisce" di armonici indesiderati...
La consonanza per ottava rende il suono pi? corposo e lungo (ideale per i tom) e amplifica leggermente la nota, sommando per? anche eventuali armonici indesiderati.
Ma perch? le consonanze sono cos? importanti nel rullante?
In realt? il rullante ha un bagaglio di armonici non da poco, e la tecnica della consonanza serve semplicemente a mettere in risalto la nota centrale "ripulita" da tutte quelle frequenze e quei ronzii tipici di sovrapposizioni sonore imperfette.
La nota centrale (ad esempio il DO) ? in grado di risonare e "addizionarsi" con una nota uguale, o con una consonante di 4? (es. il FA) "pulendo" tutte quelle frequenze che tra loro non riescono a "sommarsi" per eccessiva distanza tonale... con altre consonanze (non di quarta) il rullante suonerebbe lo stesso, ma non avrebbe n? corpo, n? presenza, n? quel bel suono per cui ogni rullante viene costruito e che noi dovremmo essere in grado di tirar fuori.
Per cui, se per ragioni di repertorio o di incisione dobbiamo alzare o abbassare la nota del nostro rullante, l'ideale sarebbe ricalcolare la "quarta" per la pelle risonante, e agire di conseguenza...del resto basta ascoltare dei dischi dove la batteria vieme ripresa quasi in flat, e rendersi conto che i rullanti sono in tonalit? con il pezzo (es. se il pezzo ? in MI, il rullante ? in MI, e la batteria di conseguenza, ma lo tratteremo tra poco).
Quindi riepiloghiamo:
Mettere la pelle superiore sul fusto, far scendere le viti fino al punto in cui il cerchio comincia a serrarsi.
Stringere facendo mezzo giro di chiave per tirante, avendo cura di serrare un tirante prima e subito dopo quello di fronte, per poi ricominciare in senso orario dal tirante accanto al primo che abbiamo serrato, poi di nuovo al suo opposto, e via di seguito.
Raggiunta la nota, ascoltabile in prossimit? del tirante battendo lievemente sulla pelle, passiamo alla risonante.
Stesso sistema, fare attenzione agli armonici molto corti per capire quando arriviamo alla nota desiderata.
Montare la cordiera e tendere come desiderato.
Tornare sulla pelle superiore, e con cordiera attaccata, accordare finemente, sempre cercando di cogliere la nota vicino al cerchio, con la massima attenzione al sustain che ogni tirante riesce a dare (vi accorgerete che pur avendo accordato la pelle , ogni tirante dar? alla cordiera un suono leggermente diverso in attacco e sustain).
Provate a suonare il vostro rullante, prima decisamente forte, poi piano, allentando e tirando la cordiera: vi accorgerete di aver fatto un buon lavoro perch? il vostro amato rullante suoner? bene la sua nota in ogni circostanza, e soprattutto non ronzer? pi? tanto facilmente mentre suonate i vostri tom.
Nessuno vieta di applicare questa tecnica a tutta la batteria, ma vedremo che per i nostri tamburi non ? sempre necessario tutto questo lavoro...
Gli intervalli tra i tom.
Una buona accordatura, seppure da sempre sentiamo dire che "? soggettiva e non esiste nessuna regola", ? costituita da note intervallate di terze o di quarte, partendo dalla pi? bassa (il timpano e non la cassa...) a salire.
Esempio pratico: timpano: LA - tom da 14 (o da 13): RE - tom da 12: SOL - tom da 10: DO
In questo caso, la regola dell'accordatura per note uguali ? ottima, tenuto conto per? che una volta raggiunta la nota, potremo allentare un tirante per avere un suono pi? profondo e con decadimento pi? veloce; potremo invece tiralo leggermente per avere un suono con pi? sustain e con nota lunga.
La batteria che ho acquistato di recente (grazie Controtempo) suona perfettamente con la pelle superiore leggermente pi? bassa (mezzo tono...) rispetto a quella risonante; ? una Pearl Master Studio, quindi in Betulla, ed ha un'ottima semplicit? di accordatura, agevolata dai fusti che hanno una nota naturale molto evidente...
Per il momento ci fermiamo qui.
Per quanto riguarda l'argomento grancassa, il sistema che adopero attualmente (di cui un grosso "sponsor" ? Simon Philips) ? quello di accordare al minimo possibile la pelle risonante, e di "appoggiare" quella battente, senza tirarla quasi per niente...il risultato ? un suono profondo e pieno, che ovviamente perde in risposta sul pedale, ma offre potenza e precisione incredibili, con un attacco "da sala d'incisione".
A presto.
altri argomenti:
accordatura dei TOM: principi di risonanza tra le pelli battenti e risonanti - intervalli armonici.