Live report: Wasp

Estragon, Bologna, 3 novembre 2015


Era metà degli anni '80 quando Blackie Lawless cantava "Fuck like a beast" bevendo sangue da un teschio, sgozzando giovani donne seminude sul palco e portando gli Wasp alla fama mondiale ma anche al centro di una miriade di polemiche. Iniziando dall'accusa di razzismo per la scelta del loro nome, satanismo, alcolismo, anti religiosità, perversione sessuale e chi più ne ha più ne metta.
Oggi, dopo circa trent'anni, l'unico membro fondatore della band, che ancora porta in giro per il mondo la grande musica degli Wasp è proprio Blackie. Classe 1956, forse per merito (o colpa) di una mistica conversione religiosa, o più semplicemente di una scelta stilistica, sicuramente non è più "Wild" come una volta e soprattutto non è più "Child" seppur abbia ancora la grinta e la verve per tenere il palco egregiamente. Insieme a Mike Duda al basso e Doug Blair alla chitarra, anche loro membri storici degli Wasp, ha portato in Europa il tour dell'ultimo album "Golgotha". Quattro date nel nostro paese e con i bei ricordi del concerto che vidi nel 2009 mi metto in fila per entrare all'Estragon.


Wasp live


Pubblico variegato come sempre nelle serate hard rock vagamente vintage, rocckettari d'altri tempi riconoscibili dalla maglietta col "logo-rato" smangiucchiato, non più nero ma grigio topo con capello extracotonato da buona tradizione anni '80. Qualche genitore che accompagna il figlioletto al primo concerto (o forse il contrario visto che l'età media dei fans degli Wasp è molto alta). Gruppetti di immancabili bikers con gli stemmi del club di appartenenza sulla schiena, insomma i classici fans che non possono mancare ad una delle date italiane di una band storica come questa. Ad aprire la serata ci sono gli Italianissimi Lucky Bastardz, indiscutibilmente meritevoli e certamente fortunati di nome e di fatto, visto che accompagneranno gli Wasp come band di apertura per una decina di date in Europa. Suonano un hard rock piacevole e adrenalinico che scalda il pubblico dell'Estragon con una buona parte di canzoni estratte dall'ultimo album "Alwayz on the run". Concludendo lo show con la potentissima "Sin city" che a mio parere risultava più "cattiva" con la voce ruvida del vecchio cantante... ma son gusti personali.


Wasp live


Si abbassano le luci, parte il suono delle sirene, le teste laser rosse ruotano simulando i lampeggianti di un elicottero di cui si sente in lontananza il vibrare delle pale. Inizia il primo pezzo "On your knees" e subito la manovella della macchina del tempo viene ruotata sul 1984. Tra il fumi del palco compare Blackie: stivaletti bianchi con le frange pocahontas style, ginocchiere argentate, magliettina promozionale del nuovo album, capello corvino e qualche chiletto in più. Noto subito che è stato abbandonato il mitico stand per il microfono a forma di manubrio chopper addobbato di teschi su cui solitamente si dondolava durante gli show, ora tutto è più sobrio. Cerchi luminosi dai bordi frastagliati con al centro l'aquila e la dicitura 1982-2015 sono proiettati in bella vista sul palco, per far ricordare al pubblico che stasera non si parla di una reunion a fini commerciali ma di una passione che non si è mai assopita e perdura da oltre 30 anni.


Wasp live


Ora "Inside le electric circus" e a seguire una delle cover estratte dai vecchi album: "Real me" degli Who, che insieme all'altro pezzo "I dont need no doctor" di Ray Charles fanno subito pensare...sarà mica scaramantico il nostro Lawless. L'air metal o come dir si voglia è un genere disimpegnato che live da' sempre una gran soddisfazione sia al pubblico che ai musicisti con fantastici ritornelli "catchy" da cantare a squarciagola. Difatti non appena Randy Black parte con la doppia cassa in sedicesimi terzinati e le chitarre ad accordo lungo, il pubblico è già pronto ad intonare L.O.....V.E. all you need my love machine! Ogni canzone è arricchita dalla parte visiva dello show, sul palco vengono continuamente proiettate immagini passate e presenti. Dalle fiamme che ardono sulla scritta Wasp ad alcuni spezzoni di vecchi video musicali. Blackie è ancora in gran forma, vocalmente parlando, certamente non salta e corre come una volta, a tratti il passo è rallentato, un po' per fare scena, un po' per risparmiare energie. Vista l'età e gli anni di eccessi che probabilmente a fine serata si faranno sentire.


Wasp live


Essendo il tuor di presentazione dell'ultimo lavoro non possono mancare una serie di pezzi tratti da Golgotha: la classicissima"Last runaway" e la balland strappalacrime "I miss you", entrambi arricchiti in modo sublime dalla sezione solistica di Doug Blair: scatenatissimo animale da palco e chitarrista veramente eccezionale oserei dire da "pelle d'oca", che con naturalezza e disinvoltura trasporta il pubblico nella sua exstasi solistica sia musicale che fisica. Appunto per i patiti di strumenti "particolari" Blair ha customizzato una chitarra ibrida con 3 corde da basso e 5 da chitarra che utilizza con il suo power duo alternativo, i "Signal2noise".


Wasp live


Nell'alternarsi di canzoni vecchie e nuove ritroviamo anche "Crazy" ed "Hellion". La band saluta il pubblico con l'evocativa Golgotha, dove i testi di scarso valore spirituale del passato sono stati sostituiti dal calvario interiore del nostro frontman. Finale del pezzo con l'interminabile ma mai noioso assolo di Blair. Sappiamo tutti benissimo che non puņ finire così, Blackie acclamato dal pubblico nei più disparati modi che si possa immaginare, lentamente ritorna sul palco e per un paio di volte accenna, interrompendosi immediatamente, le note di Wild child, esaltando ancor di più i fans pronti a scatenarsi. Appena parte il terzo e definitivo arpeggio, alle spalle della band compare il bellissimo vecchio video della canzone, con le immagini del nostro Lawless nel pieno dello splendore degli anni. Lui voleva essere qualcuno, c'è sicuramente riuscito e a fine concerto lo ribadisce salutando i suoi fan con la mitica I wanna be somebody...I'm never getting old.


Wasp live


Show eccezionale e divertente, qualcuno mi fa notare che una parte dei cori probabilmente erano in playback ma nell'era della digitalizzazione con chitarre che suonano senza ampli, batterie senza microfoni, non importa scandalizzarsi per due armonizzazioni ogni tanto. L'importante è suonare alla grande... e loro lo fanno!


Wasp live



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